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lunedì 21 marzo 2011

Roma 2011, la maratona

Roma 2011 (scritto in 2 botte differenti quindi perdonate alcune incongruenze soprattutto nella consecutio. Come al solito non ho riletto dopo, odio farlo per le cose che non sono di lavoro. Ho la sensazione che perdano di pathos)

La maratona inizia 4 mesi prima con la preparazione dicono quelli bravi ed è vero, ma secondo me il giorno precedente fa proprio parte della gara: In gara ti ritroverai anche quello che hai fatto sabato durante il giorno e la sera, quello che hai mangiato, quello che hai bevuto.
Bhè io il sabato l'ho passato lavorando poi ho pensato bene di farmi venire la diarrea (detta anche in francese cacarone) ed ho passato la notte a fare la spola tra il bagno e il letto riuscendo a dormire circa 1 ora in tutto. Ovviamente perdendo molti liquidi causa diarrea la prima preoccupazione era reintegrarli quindi mi sono messo di buzzo buono a bere tutta la notte con l'effetto più logico, se sulla bottiglia scrivono “può avere effetti diuretici” un motivo ci sarà no? (ho sempre pensato e grazie al cazzo, bevi e dopo devi fare pipì ma sabato notte ho capito cosa significa quella scritta) Alternando viaggi in bagno ogni 20 minuti per fare “roba seria” o semplicemente pipì la nottata è passata in fretta anche grazie alla maratona simpson/family guy su italia 1.
La domenica mattina è stato un incubo prepararsi e uscire di casa quando l'unico desiderio era stare a letto con la gatta sulla panza (non ci crederete funziona meglio dell'imodium).
Comunque visto che non ho chiuso occhio ho iniziato la vestizione molto presto e me la sono presa con calma, ripetendomi il mantra “scarpe prese, calzini, pantaloncini etc etc” che è il mio mantra della preparazione. Uscire di casa con un freddino che pizzicava e una bella “gianna” non è stato gradevolissimo ma la regina chiamava e marcare visita proprio non mi andava. Appuntamento con 2 amici a piramide e sulla metro incontro altri amici (con i quali mi scuso per non essere andato all'appuntamento dopo ma conciliare tutto era impossibile, mi dispiace soprattutto non aver potuto fare il mio in bocca al lupo agli esordienti), 2 chiacchiere e in bocca al lupo di rito e mi avvio verso il luogo d'incontro con gli altri della mia società che come al solito arrivano in puntuale ritardo e, sempre come al solito, ci tocca fare le cose di corsa.
Deposito borse (velocissimo, organizzato benissimo) e ricerca di un posto dove fare pipì dato che ai bagni la fila era chilometrica. Espletati i necessari bisogni fisiologici(lo ammetto io ne avevo più bisogno degli altri) dietro una colonna che tanto a Roma non mancano (ne regaliamo 3 per ogni panda venduta) ci avviamo in griglia. Fa ancora freschetto, anzi io sento proprio freddo ma decido di correre in canotta (masculo vero) confidando nella primavera romana. Dieci minuti prima della partenza sento qualcuno dietro di me dire ad alta voce “signurì, accusì ce facite venì n'infart” (bhè scusate ma non scrivo molto bene i dialetti del nord, credo fosse friulano o addirittura tedesco, austriaco bhò :)) mi giro e mi vedo passare davanti il paginone centrale di playboy del 2000, insomma una coniglietta in piena regola anche se aveva superato la trentina già da un po'....
Purtroppo l'ansia della gara e le non perfette condizioni fisiche me la fanno perdere di vista durante gli spostamenti pre-gara (e poi diciamolo, non sono più il ghepardo di una volta) ma la rivedremo, eccome se la rivedremo più avanti. Vicino a me degli americani parlano, si guardano intorno storditi poi uno mi dice “deve essere incredibile vivere e poter vedere la maestà del colosseo tutti i giorni”, gli rispondo che se a san pietro mi dice “la santità del cuppolone” gli presento venditti e poi passo 5 minuti a cercare di spiegare chi è sto venditti e credetemi non è semplice. Spiegare ad un americano abituato a springsteen o ai PJ chi è venditti è come cercare di spiegare ad un italiano abituato a tortellini e carbonara cos'è un cheeseburger.
Inno Italiano, ansia che cresce, griglie che si compattano e poi lo start (ma perchè the final countdown? Canzone demmerda di un gruppo demmerda...ma na cosa più italiana per dirla alla stanis no?).Passo sotto il pallone dello start e controllo il crono ufficiale, segna 1,40. I primi km rimango intruppato nel traffico, sono costretto a fare sempre le curve molto larghe e passo ai 5 km ad una media di 6min/km anche perchè i primi km del persorso sono quelli più vicini al mio quartiere quindi lungo il percorso trovo mezza garbatella e saluta qui saluta lì perdo un po' di tempo. Poi accelero e mi metto a velocità di crociera. Passiamo viale marconi, lungotevere......pausa pipì. Ve lo avevo detto che ero troppo idratato no? E poi col venticello freddo che becchiamo...insomma stimola. Riparto e senza neanche accorgermene arriviamo a testaccio dove al rifornimento ci sono alcuni amici della società, gli ribaltiamo i tavoli (in senso figurato) e gli facciamo il bagno con l'acqua (in senso letterale) prima di ripartire verso via marmorata e l'isola tiberina. Il lungotevere passa in fretta anche se quel vento del cacchio non molla mai la presa e devo dire lo accuso anche se cerco di non pensarci troppo, prima di girare verso piazza Cavour...pausa pipì, mi nascondo dietro un platano e la faccio ma a questo punto inizio ad essere preoccupato per la mia prostata anche perchè l'età avanza e i problemi alla prostata si avvicinano in modo inversamente proporzionale. Mica è normale sta cosa, poi mi vengono in mente le lezioni di urologia e mi ritorna in mente un termine “pollachiuria” che è uno dei sintomi clinici di problemi alla prostata, significa l'emissione continua di piccole quantità di urine. Mentre penso tutte queste cose continuo a fare pipì, credo di averne fatta almeno mezzo litro quindi la pollachiuria è scongiurata e poi mi produco in 1 km di allungo per riprendere gli altri. A san pietro ( ragazzi ma che spettacolo è girare su via della conciliazione e trovarsi di fronte San Pietro?) li riprendo e mi accodo per recuperare e per ripararmi un po' dal vento, resto lì coperto fino a via della Giuliana dove in finestra c'è una mia paziente che urla come una matta (domani tocca che ci parlo, a 92 anni suonati urlare come una ragazzina all'apertura del concerto dei take that non è cosa buona) quindi mi defilo e le vado a citofonare per salutarla (al citofono mi dice vieni su che ti faccio il caffè....troppo forte nonna emma oggi ha voluto sapere perchè non sono salito ed alla sua replica “bhè ci hai messo 4 ore se ce ne mettevi 4 e 1 minuto mica cascava il mondo” non ho saputo cosa rispondere). Rientrando nel percorso chi ti ribecco? La Playmate, circondata da decine di maschi ingrifati come manguste nel periodo dell'accoppiamento che la seguono ipnotizzati emettendo il classico sibilo della mangusta arrapata, a dirla tutta mi sembra che non stiano correndo ma danzando come solo un maschio di qualunque specie animale è in grado di fare quando il suo cervello è annebbiato dagli ormoni che girano per il corpo come se avessero i pattini (in effetti quei pantaloncini rosa che lasciano scoperte le chiappe sono una vera istigazione a delinquere), per superarli devo fare un paio di scatti e degli slalom degni di pirmin zurbriggen ma mi lascio indietro la bionda con la pletora di pavoni intorno a fare la ruota e proseguo.
Arriviamo alla mezza e negli ultimi km ho fatto un po' fatica, mi capita spesso di avere un leggero calo intorno al ventesimo ma stringo i denti sapendo che in genere dura solo qualche km e poi riprendo meglio di prima. In effetti così succede, gli amici allungano leggermente, li vedo allontanarsi piano piano dal ventesimo in poi a su via di tor di quinto non li vedo più (eppure luciano è 1,95 ed ha un buff azzurro evidenziatore, si dovrebbe vedere pure da cremona), decido di continuare col mio passo e di non preoccuparmi più di cercarli con lo sguardo e di concentrarmi sulla corsa. A questo punto le gambe ricominciano a girare, sulla tangenziale (tor di quinto/tangenziale è un'accoppiata in grado di “stufare” anche il runner più volenteroso, modificassero qui km del percorso sarebbe veramente perfetto) le gambe girano a pieno regime. Inizio a contare i Km che sfilano ma per paura “dell'effetto pecorella” (non ho dormito tutta la notte ricordate? Non pensavo si potesse provare la sensazione di avere sonno correndo ma quello che provo in quei km è vero e proprio sonno!) decido di smettere anche perchè abbioccarsi sulla tangenziale non è proprio il massimo, considerando pure che dopo qualche ora la riapriranno al traffico e io sarei ancora lì a schiacciare il mio pisolino. Superata la moschea sul lungotevere recupero i fuggitivi, li saluto e allungo leggermente. Al ristoro dei 30 li cerco voltandomi indietro ma non li vedo quindi riparto, ora fa caldo e non c'è più vento (dopo aver con la mente riesumato la legge di murphy constato che è stata dimostrata per l'ennesima volta. Mentre vai verso nord hai vento contro e poi giri per tornare verso sud ed il vento sparisce come d'incanto. Mavaffanculo a Eolo, sei proprio della lanzie fattelo dì!). Molto caldo e vedo molta gente che inizia a pagare il conto. Vado bene ma quando meno me lo aspetto....la Playmate. E che cazzo però, ok una bella visione seguirla ma sempre tra le balle sta (giuro quello che ho pensato non lo posso scrivere perchè credo che alcuni insulti siano perseguibili anche se non espressi verbalmente). stavolta lei va più veloce di me e mi supera. Vivo un attimo di panico, il primo pensiero è che penso di stare bene ed invece sono in crisi tanto che pure la (continuo a chiamarla playmate ed apprezzate lo sforzo perchè d'istinto mi vengono in mente altre definizioni meno garbate) Playmate mi ha ripreso. Controllo il garmin più volte ma non sono io ad aver rallentato è decisamente lei ad aver accelerato e poi il fatto che da km supero decine di maratoneti in crisi mi tranquillizza. Molti stanno pagando il conto della partenza troppo veloce e il conto che vento/freddo/caldo che si alternano tra loro stanno presentando. Mentre mi supera la guardo meglio, ammazza che sventola. Rifatta (so esperto) da capo a piedi ma rifatta bene, il chirurgo deve essere un fenomeno. Intorno ha 3 o 4 uomini che mi fanno venire in mente godzilla, secondo me sotto ai pantaloncini hanno pure la coda (dietro dico eh...non davanti) ed una pletora di provoloni che cercano di far colpo senza rendersi conto che l'unico colpo che potranno mai avere è un pugno da uno dei godzilla. Allungano e a piazza navona la bionda mi si piazza 5 metri davanti (devo dire che stare lì dietro mi scatena allucinazioni mistiche), di fianco ho un ragazzo che mi dice “che voto le dai?” rispondo “9” e lui “io 10 e lode”. Lo guardo con disprezzo e replico “10 si dà solo a Falcao”. Lo vedo smarrito, non credo abbia capito la citazione (il primo vacanze di natale, quando ancora erano commedie e non cinepanettoni del ciufolo come ora) ma tutto sommato a me interessa poco e la sua attenzione è tutta dedicata a quel poco che quel pantaloncino rosa nasconde. Su corso vittorio la Playmate scoppia, la vedo rallentare di colpo. Io ho la gamba che gira e continuo col mio ritmo, continuo a superare persone che corrono praticamente sul posto ed altre che camminano (tantissime) quando imbocco via del corso sento la sirena di un'ambulanza alle mie spalle. Dopo qualche centinaio di metri un ragazza sdraiato a terra con un infermiere che gli mette l'ossigeno, l'ambulanza mi supera ed accosta. Questa cosa mi fa venire in mente brutte cose (…........) e forse mi dà la mazzata “psicologica che temevo”, inizio a sentile doloretti al costato e nonostante la sicurezza che sono frutto dell'emotività del momento non mi fanno stare sereno. Piazza del popolo passa e a piazza di spagna un'altra ambulanza. La mazzata a questo punto è grande, mollo. Rallento di 30 sec al km e non riesco più ad andare avanti. Neanche la playmate ed i suoi pantaloncini rosa potrebbero farmi riavere, stringo i denti pensando che mancano solo 4 km. Fontana di trevi e la salitella successiva sono come una bastonata sulle ginocchia. Durante i lunghi domenicali ho chiesto più volte ai miei amici di venire a farla proprio perchè la temevo e puntualmente una volta arrivato l'ho accusata più del dovuto. piazza venezia, teatro di marcello e circo massimo li faccio quasi strusciando i piedi. Ormai non ne ho più ma vedo il colosseo. Il pallone dell'ultimo km e il colosseo che si avvicina...si avvicina....si avvicina un cazzo ma che me lo stanno a spostà?. Poi un grido “adrè daje che sei arrivato”, riconosco la voce. Anvedi er baffone (mio padre) e che ce stà a fa qui lui che non viene a vedere le gare neanche quando passano sotto casa sua? C'è anche mia madre, incredibile, urla in faccia a chiunque le passi a portata (ne avrà assordati almeno una decina quella teppista), mi sembra una invasata. Il giro intorno al colosseo è decisamente faticoso, davanti a me ci sono dei “buttafuori” che placcano meglio di un samoano tutti quelli senza pettorale (io dico abusi dei ristori e dell'organizzazione ma almeno non avere la faccia come il culo di tagliare il traguardo e fermati da solo no? No pure la medaglia vuoi, io ti darei la medaglia da stronzo patentato!) e il mio pessimismo cosmico mi fa temere per un attimo perchè uno di quei colossi mi guarda con una faccia brutta brutta. Gli passo a 2 centimetri e lui mi dà una pacca sulla spalla e mi dice “dai che sei arrivato” prima di placcare duro un altro infiltrato. Piccola discesa, fori imperiali la strada fa una leggera curva a destra quindi il traguardo non si vede subito, individuo una striscia di asfalto in mezzo ai sampietrini e mi ci metto sopra per correre meglio. Vedo il traguardo. L'orologio segna 4,00,50. faccio un calcolo approssimativo, se accelero forse ce la faccio. Mi sembra di accelerare, la sensazione è netta stò andando forte e supero decine di persone tenendomi all'estrema destra. Alzo lo sguardo e controllo il crono 4,01,20. 20 secondi non ce la posso fare ad arivare in tempo, rallento di colpo perchè per un attimo mi è passata per la mente la scritta 4,00,01 e non ce la farei a tollerarla. Vicino a me ho una ragazza (almeno quella che mi pare essere una ragazza) e decido di fare il cavaliere. Mi metto dietro lei e le cedo l'onore della foto senza nessuno davanti rimanendo dietro fino al traguardo. La medaglia al collo e finalmente lo posso dire: Roma è mia...

Recuperare la borsa e cambiarmi è un gioco da ragazzi, dopo aver vissuto l'esperienza a NY qualunque altra cosa è più veloce e sbrigativa. Sulla metro centinaia di facce stanche e sorridenti compresa la mia. A casa la gatta mi guarda e sembra voler dire “se ce l'hai fatta è solo merito mio che faccio effetto contro la diarrea” e forse, tutto sommato non ha tutti i torti. Doppia razione di coccole, se le è meritate

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